La mano lascia la presa,
metallico, espugnato
il castello degli infanti.
Nella ghiaia
prossimo all’atterraggio
chiudo gli occhi.
Una voce irrompe,
snebbia la mente.
Apro gli occhi.
Sul banco sinonimi e contrari,
il mio nome all’appello
su una blusa nera ricamato.
Chiudo gli occhi.
Da bianche a colorate,
le voci dei compagni
mi riportan sulla terra.
Apro gli occhi.
Buoni e distinti scansano
bravi e bravissimi,
cambia la scala dei valori
e la veduta dalla finestra.
Chiudo gli occhi.
Dalle porte blu lo sbuffo pneumatico,
seconda sveglia.
Apro gli occhi.
Il motore diesel batte in testa,
beat mattutino del viaggio feriale.
Chiudo gli occhi.
Li riapro.
Ancora.
Vedo una Mole di nuova gente
amica e non,
accenti sconosciuti mi accolgono.
Poi vedo un Mare di nuova gente,
ancora da scoprire.
Su uno scoglio un vecchio
guarda l’orizzonte
lontano
solo qualche battito di ciglia.
Un po mi sono perso tra un battito di ciglia e l’altro.
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😁👻
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Infanzia… adolescenza… la maggiore età me la dice un diesel… quelle due maiuscole mi indicano località… sembra una sorta di curriculum… 😊
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Brava! ci hai preso quasi in tutto 😉 il diesel non è la maggiore età ma il pullman delle superiori 😁
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yeeah 😎
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