Oggi parlerò di treni
che da un po’
non vengono più presi
Che anche un tempo
se aguzzi la mente
partivano vuoti
visti dai più
di timore e timidezza
un distillato malriuscito
che bevuto soli
lascia alle spalle
tanta ubriaca povertà
Oggi parlerò di treni
che da un po’
non vengono più presi
Che anche un tempo
se aguzzi la mente
partivano vuoti
visti dai più
di timore e timidezza
un distillato malriuscito
che bevuto soli
lascia alle spalle
tanta ubriaca povertà
Fondamenta
dell’albero genealogico
sprofondano
nella terra inquinata
nutrendosi di veleni
e di rare gioie.
E se si potesse
ne farei un infuso
per reintegrare ciò
che non abbiamo avuto
o che non ricordiamo
d’aver ricevuto.
in un mondo a metà
lento e veloce
da fuori
tutto gira com’era
ma qui dentro
desertica
questa spugna
che vorrei gettare
non pulisce ne asciuga
e mi sono impegnato
a fare e a non fare
memore
che in matematica
qualche punto
lo prendevi anche
col risultato sbagliato.
questo tempo
di continuità soluzione
la sua mano
non mi concede.
Corro bendato
su una superficie lunare
come quando cammini
con gli occhi al telefono
e il marciapiede scende
e la terra viene meno
un vuoto inaspettato
indietro fa tornare
milita nello stomaco
lo attorciglia
e non è più la terra
ma sei tu
a mancare.
Non si vedono
ma son così forti
queste connessioni
che tagliano
il tempo e lo spazio
trapassano
le ambizioni e le opportunità
sbriciolano
la volontà
e mano a mano
il tuo stomaco si fa spazio
e la tua vista che s’espande
rade al suolo colline e montagne
e galoppa sulle pianure.
le scarpe scricchiolano
mentre le chiavi in tasca accompagnano
e tu non sai
se vorresti continuasse
o che d’improvviso finisse.
Ciao, vento istigatore
tu cerchi sornione
di esaudire desideri.
Adoro e maledico resisterti
crogiolandomi
al cospetto della testardaggine.
Misticanze profumate
e fresche carezze
m’alleggeriscono
e m’inebriano.
Da te non cercherò riparo
ma aspetterò
che l’impossibile s’avveri
con il mio ombrello aperto
stretto nella mano.
Credo proprio sarai felice.
Attorno a te
note floreali
prima della tua prima
foto
densa di impegno,
altruismo
e amore.
Oggi lo stupore,
di norma
dall’egoismo sopraffatto,
più che mai convinto
mi commuove.
Sarete felici,
ne son certo.
Perché il prolungamento
di un’aura vitale
accresce il tepore
illuminando il cammino.
ci conosciamo da così tanto tempo che
pensare di svegliarmi un giorno senza di te,
sarebbe pari ad una mutilazione.
Una sana mutilazione
al parer di molti e
forse,
anche del mio.
e già vedo il tramonto,
con tutta la sua bellezza
e la sua tristezza che
sta dietro ad ogni capitolo
prossimo all’epilogo.
ci vedo insieme
non mano nella mano
nemmeno abbracciati
ma una cosa sola, unita.
di un celebre film
ripercorro le parole
“la felicità è reale solo se condivisa”
e immagino quanto sia contraddittorio
ed impossibile
il tentativo di assaporarla
condividendola proprio con te.
Dietro una faccia triste
rimbombano ricordi tristi
intrecci di malinconia.
Dietro una faccia felice
echeggiano momenti felici
cosparsi di malinconia
“la gioia di essere tristi”
dice Victor.
Una compagna fedele
che ti avverte nel buio
travestito da luce.
Con la memoria
a braccetto danza
e ti ricordan
coi lividi
chi non ti lascerà mai.
36 anni di scuola
mi han insegnato
giusto qualche segnale.
Qui si guida da subito.
Per il foglio rosa
nessuna anzianità richiesta.
Come un Bla bla car
offri e ricevi passaggi,
mentre
chilometro per chilometro
aumentano
le pagine del libro dei quiz.
Le mappe cambian
ad ogni tua virata
dalla route 66
al ponte Morandi.
Con una nuova canzone
la radio ti rende felice
arriva un WhatsApp
un bagliore
il tonfo sordo.
in questo libro
lo STOP
sta in fondo.