Oggi parlerò di treni
che da un po’
non vengono più presi
Che anche un tempo
se aguzzi la mente
partivano vuoti
visti dai più
di timore e timidezza
un distillato malriuscito
che bevuto soli
lascia alle spalle
tanta ubriaca povertà
Oggi parlerò di treni
che da un po’
non vengono più presi
Che anche un tempo
se aguzzi la mente
partivano vuoti
visti dai più
di timore e timidezza
un distillato malriuscito
che bevuto soli
lascia alle spalle
tanta ubriaca povertà
Navigando nella notte
un meccanismo di protezione
fa della mente ostaggio
allontanandola da sogni
acri, urticanti.
Alla stregua di uno spazzino
occulta evidenze
di una inciviltà che esiste
che persiste.
Ma all’arrivo del giorno
l’occhio spietato
cade nell’interstizio
di fatiche beffa
di realtà virtù.
Fondamenta
dell’albero genealogico
sprofondano
nella terra inquinata
nutrendosi di veleni
e di rare gioie.
E se si potesse
ne farei un infuso
per reintegrare ciò
che non abbiamo avuto
o che non ricordiamo
d’aver ricevuto.
Ed ora prenderò l’ombrello
e camminerò sotto la pioggia
invertendo una tendenza scontata
tirerò i remi in barca
sventolando bandiera bianca
all’arrembaggio amico
riaprirò il forziere dei ricordi
a nuovi baluardi del confronto
per scongiurare deja vu
per bandire il caso
per deporre le armi
Caro dott. Murri,
certi posti non seguono
logiche spazio temporali
ma storie di traumi
che accomunano
come occhi che si somigliano.
E tutta la mia parvenza di forza
sfuma davanti a parole fragili,
a prima vista intimidatorie.
La domanda d’aiuto
apre voragini interiori
che della paura in offerta
chiedono la conversione,
su un mercato
dove il prezzo
è sempre tanto alto.
Vorrei ascoltarmi
e sentire
musica pregnante
guardarmi dentro
e vedere
un quadro appassionante
dipinto di colori caldi
ma anche freddi
pennellate decise
e soavi.
Vorrei accogliere
la tristezza
ma anche la felicità
guardare uno specchio
e riconoscere integrità
che invecchia serena
con le sue fragilità.
Vorrei essere famiglia
perché, chi entrerà
possa sentirsi accolto
in un caldo abbraccio.
Senso di completezza
che solo chi si ama
amando
da.
in un mondo a metà
lento e veloce
da fuori
tutto gira com’era
ma qui dentro
desertica
questa spugna
che vorrei gettare
non pulisce ne asciuga
e mi sono impegnato
a fare e a non fare
memore
che in matematica
qualche punto
lo prendevi anche
col risultato sbagliato.
Quattro punti
non bastano
per le direzioni
della mia mappa
tra uno e l’altro
un sorriso e un baratro
un’idea e l’immobilità
la musica ed il silenzio
E così
se i cardinali arrancano
la bussola
trasformo in roulette
con un sabotaggio
che provo a sabotare
con un caffè
sperando
che anche alla bussola
piaccia l’aroma.
Me ne andrò
secondo copione.
Organizzato controvoglia
lo spettacolo del mattino.
Conscio delle barbarie
che al ritorno troverà.
Immagino il dopo.
La triste liberazione
ad ogni cassetto aperto.
Stellata la deriva.
Intervallata da sonni
durante risvegli indesiderati
da cordoni ombelicali tagliati.
Trascinamento coatto,
lento.
La Barca ruota attorno a lei,
senza bussola.
E se la terra fosse piatta
allungherei lo sguardo
cercando
la fine del mare.